Placido Domingo e il Festival di Verbier

PLACIDO DOMINGO E IL VERBIER FESTIVAL

La vicenda di Placido Domingo al Verbier Festival qualche giorno fa è la riprova della mancanza di fantasia di molti grandi festival un po’ in tutto il mondo.
La vicenda di Placido Domingo al Verbier Festival qualche giorno fa è la riprova della mancanza di fantasia di molti grandi festival un po’ in tutto il mondo.
Si preferisce andare sul sicuro, invitare grandi nomi, investire poco sui giovani eccellenti ma non ancora conosciuti. Con il risultato di vedere il primo violino di un’orchestra giovanile, quale è quella di Verbier, prendere l’iniziativa di andarsene dal palco tirandosi dietro quasi tutti gli strumentisti in segno di protesta per la performance di Domingo giudicata disastrosa da alcuni musicisti che, anonimamente, hanno riportato le loro impressioni al quotidiano svizzero Le Temps.
Premesso che l’equazione grande solista = grande direttore ha ben pochi casi che dal punto di vista oggettivo fanno coincidere le due qualità, umiliare così uno dei più grandi cantanti al mondo che continua la sua carriera come direttore perché continuano a chiamarlo e lo continuano a chiamare perché ha ancora un pubblico che lo segue e che lo ama e quindi serve a riempire la sala, è profondamente ingiusto.

E ingiusto è accanirsi: cosa dovrebbe fare, rifiutarsi?
Ammesso anche che sì, sarebbe bene lo facesse, il problema non sta in Placido Domingo, né stava in Rostropovich al tempo, ho suonato diretta da entrambi quindi posso parlare con cognizione di causa.
Il problema è un circuito, quello della musica classica e in tutto il mondo, ancora troppo ristretto, che lascia poco spazio a tutto ciò che non è nome altisonante perché vuole il massimo risultato con il minimo sforzo.
Sarei meno tranchant nei giudizi a Domingo e me la prenderei molto di più con chi ha creduto così di sfangarla e portare a casa un ennesimo sold out sfruttando il suo nome: perché gli è andata malissimo stavolta.
photo © Verbier Festival