Sta nascendo una nuova generazione di musicisti trasversale nelle fasce di età, composta da professionisti sicuri, strutturati, che si pongono al centro del sistema con consapevolezza e trasmettendo passione, competenza e solidità.

Tra le sofferenze più forti che tanti musicisti hanno affrontato durante il lockdown c’è stato l’indebolimento dell’autostima derivante dalla considerazione superficiale delle istituzioni nei confronti della musica e l’allontanamento dalla sfera emozionale mancando l’esibizione.
Autostima ed emozione sono due fattori che diventano punti deboli invalidanti di qualsiasi tipo di musicista non sia capace di tenerli sotto controllo.
La continua ricerca della conferma del valore dall’esterno e la dipendenza fisiologica dall’adrenalina del palco rendono un musicista fragile, vulnerabile e pericolosamente gestibile.
Dopo l’incidente di 9 anni fa e senza più il violino a farmi da scudo, ho preso gradualmente coscienza di questi due aspetti e ho guardato tutta la mia vita professionale precedente con occhi più clementi, leggendo molte delle cose fatte con un codice interpretativo nuovo.
Identificare i punti deboli, quelli sui quali lavorare, cosa sviluppare, come valorizzare, sono capacità che ogni professionista della musica classica dovrebbe mettere sul piatto della valutazione, a qualsiasi livello di carriera e su qualsiasi progetto.
Ma ragionando in termini di desiderio: non di bisogno.
Perché se ho bisogno di salire su un palco per sentirmi viva o se è necessario che altri mi dicano quanto sono bravo per avere stima di me stesso, allora c’è un problema: e lo strumento, come potete immaginare, non c’entra nulla.
Siamo in una fase di snodo nelle generazioni di artisti, e prepotente cresce e si afferma quella della fascia fino ai 35 anni, nativa digitale, cosciente spontaneamente di come gestirsi e promuoversi in modo indipendente e ragionato, sicura del valore e che ha sostituito la parola bisogno con desiderio.
Questi giovani artisti stanno influendo notevolmente nella sempre crescente ricerca di recitare la propria parte anche negli artisti over 35 dove ci sono due correnti opposte: chi sposa la presenza digital e social con convinzione e chi invece resta ancorato al sistema che va morendo.
Sta nascendo una nuova generazione di musicisti trasversale nelle fasce di età, composta da professionisti sicuri, strutturati, che si pongono al centro del sistema con consapevolezza e trasmettendo passione, competenza e solidità.
È grazie a loro che la percezione dei musicisti e della musica classica nel pubblico sta cambiando.
Ne parliamo alle 15:00 sulle stories di Instagram
Nella foto Ray Chen, classe 1989, uno dei primi 10 anni fa a rompere gli schemi.
La sua bio inizia così: ℝ𝕒𝕪 ℂ𝕙𝕖𝕟 𝕖̀ 𝕦𝕟 𝕧𝕚𝕠𝕝𝕚𝕟𝕚𝕤𝕥𝕒 𝕔𝕙𝕖 𝕣𝕚𝕕𝕖𝕗𝕚𝕟𝕚𝕤𝕔𝕖 𝕔𝕙𝕚 𝕖̀ 𝕚𝕝 𝕞𝕦𝕤𝕚𝕔𝕚𝕤𝕥𝕒 𝕔𝕝𝕒𝕤𝕤𝕚𝕔𝕠 𝕟𝕖𝕝 𝟚𝟙° 𝕤𝕖𝕔𝕠𝕝𝕠.
Chiaro no?