L’ORT di Daniele Rustioni

La nomina di Daniele Rustioni a direttore artistico dell’Orchestra della Toscana è uno di quegli accadimenti che nel panorama della musica classica, e non solo, meritano di essere commentati.

Sì perché ormai siamo talmente abituati all’avvicendarsi delle stesse facce sulle stesse poltrone, che in prima battuta si fa fatica a percepire quale sia la rivoluzione che la più importante Istituzione Concertistico Orchestrale italiana abbia messo in atto.

Prima di tutto Rustioni è un musicista. Vero. Lui dirige, lui studia, non parla di musica, non discute di musica, non snocciola interessantissimi approfondimenti sulla solmisazione o sulla serie dodecafonica: lui la musica la fa. Quanti direttori artistici italiani sono saliti sul palco a prendere applausi nelle più grandi sale del mondo? Forse stanno nelle dita di una mano e non hanno incarichi in istituzioni di questo livello, purtroppo. Lui è quindi in grado non solo di comprendere la psicologia e le criticità dei musicisti, ma anche di monitorare ed intervenire sulle scelte gestionali, se ce ne fosse bisogno. Perché frequenta le più grandi istituzioni internazionali e di gestioni ne conosce, non per sentito dire ma perché ci si relaziona sistematicamente.

Poi è giovane, 37 anni, il più giovane direttore artistico delle ICO di sempre, come orgogliosamente scrivono sul sito dell’orchestra. Essere giovani, quando si è competenti, è un valore, inutile dire il contrario, lo è. Perché la presunta inesperienza regala freschezza, è quella che genera idee nuove, coraggio, rinnovamento: e di questo abbiamo bisogno. Rustioni è un giovane uomo che vive il suo tempo, quando l’ho incontrato mi ha colpito il suo atteggiamento sorridente, con il viso e con il portamento: è proteso in avanti, non si porta dietro alcuna zavorra. Professionale con le governance ma cameratesco con la sua orchestra, è quello che si ferma a bere l’ultimo bicchiere per fare due chiacchiere con i colleghi, per capirci.

Inoltre, la nomina di Rustioni riporta di moda quella parola dimenticata troppo spesso: continuità. Dopo essere stato il direttore ospite principale e poi il direttore principale, ora è direttore artistico e direttore laureato dell’istituzione. Dovete considerare che crescere aziendalmente dentro un’istituzione concertistica italiana, è concesso a dir poco raramente. La gestione preferisce sempre tenere a freno l’evoluzione e comunque senza mai lasciare totale indipendenza per non perdere potere. Qui invece c’è una valorizzazione esponenziale e proporzionata alla caratura. Un processo, un cammino, un percorso insieme. Non so se mi spiego: è l’unico esempio in Italia.

Nel momento di confusione e fragilità che il sistema della musica classica in Italia sta affrontando, questa notizia si staglia nel grigio: e veste il giallo brillante del colore istituzionale dell’Orchestra Regionale Toscana e del suo nuovo direttore artistico Daniele Rustioni.

© Tiziana Tentoni
photo © Blandine Soulage photographe