De profundis

Agenti che si arrampicano sugli specchi con lettere giustificatorie e ai limiti del patetico, sovrintendenti collusi, grandi arene semivuote, cachet ridotti al minimo, iniziative che si fanno i complimenti da sole sui social facendo lavorare però gli artisti gratis con la scusa che sono giovani: vacillano, e di brutto, le fondamenta del mondo della musica classica pre covid, nel frastuono del caos, incapaci di interpretare un cambiamento perché mai preso in considerazione al calduccio dello status quo, e che quindi trova ora i più impreparati, confusi, arrabbiati, in difetto di ossigeno.

E, intanto, tanti ma tanti artisti, piccoli festival, scuole di musica e istituzioni private che si rimboccano le maniche, sublimano la crisi e colgono l’opportunità di crescita. Mai come in questo periodo, ogni giorno mi confronto con chi non ha paura della novità e vuole sapere, crescere, finalmente resosi conto della forza dei mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione e che si inizia a capire come sfruttare.

Mille piccole luci che si accendono, una dopo l’altra, una filigrana di idee e creatività. Sarà qui la vera rinascita della musica classica, che inizia ad oscurare il bagliore freddo e artificiale di un sistema vecchio e maleodorante ormai ridotto allo stremo: ma che neanche ora, in fin di vita, riesce a mantenere un minimo di dignità.

Che tristezza.

© Tiziana Tentoni | 3 agosto 2020