
Dunque, indignazione generale e lettere al Ministro per il Piano Colao e per le dimenticanze nei confronti della cultura.
Allora, ho di fronte a me sul desktop il documento integrale che il comitato di esperti in materia economica e sociale (per gli amici, task force) ha redatto: si chiama Iniziative per il Rilancio Italia 2020/2022 ed è un rapporto che va dritto dritto sul tavolo del Consiglio dei Ministri.
In materia di Cultura leggo:
TURISMO, ARTE E CULTURA IL BRAND DELL’ITALIA
nel documento è il punto 4.3.
Bene, leggiamo e commentiamo insieme (in grassetto il testo, in corsivo il mio commento):
Il macro-settore “Turismo, Arte e Cultura” contribuisce in maniera estremamente significativa all’economia del nostro Paese, generando (indotto incluso) circa il 13% del Pil e occupando oltre 4 milioni di addetti.
Ottimo, la premessa è una presa di coscienza: senza Turismo, Arte e Cultura il Paese crollerebbe.
Una forte valorizzazione del patrimonio artistico e culturale (vero DNA del Paese e fonte primaria di attrattività turistica dell’Italia), agendo sul fronte sia delle risorse tramite la creazione di un piano integrato di attrazione dei capitali privati per rafforzare la dotazione dedicata ad Arte e Cultura (ad es. impact investment), sia della governance di gestione degli enti artistici e culturali, sia, infine, sul fronte delle competenze (integrando l’offerta artistica e culturale esistente – ad es. musei – con percorsi formativi universitari o di formazione specialistica).
Agire sul fronte di un piano per attrarre i fondi privati ed aumentare (non sostituire ma AUMENTARE) le dotazioni per la cultura; Agire sulla governance di gestione degli enti artistici e culturale: DEO GRATIAS! Agiamo su chi gestisce cavolo, guarda come siamo ridotti, ci siamo lamentati tutti in questo periodo, teatri commissariati, cassa integrazione selvaggia, produzione ripresa solo in poche coraggiose situazioni, gli altri cosa e chi aspettano?
XII. Valorizzare il patrimonio artistico e culturale, attraendo capitali privati e competenze per migliorarne accessibilità e fruibilità |
54. Attrazione capitali privati. Sviluppare un piano integrato di attrazione dei captali per rafforzare la dotazione dedicata ad Arte e Cultura Favoloso. Potenziare incentivi fiscali e strumenti di promozione internazionale per sollecitare donazioni e sponsorizzazioni (eliminando o innalzando, ove possibile, i limiti attualmente previsti dalla legge) Finalmente! Lanciare fondi di impact-investing dedicati ad Arte e Cultura italiana, definendone privilegi per i sottoscrittori e tutele per gli enti beneficiari e favorendone la allocazione a capitoli specifici e geografici per garantire la massima mobilitazione di capitali filantropici e impact locali. Decenni che si chiedeva. |
55. Riforma modelli di gestione enti artistici e culturali. Migliorare i modelli di gestione del patrimonio artistico e culturale per permettere un pieno sfruttamento del potenziale del paese e maggior libertà e creatività specifica nelle forme di fruizione Riformare i modelli di gestione: centrale. Le gestioni sin ora operate hanno portato a bilanci in rosso, licenziamenti, riduzione degli organici, volevamo continuare così? La finalità è quella di sfruttare il potenziale del paese dare maggiore libertà creativa alle forme di fruizione: non solo seduti a teatro ma la musica e la cultura fruibile in maniera totalizzante e creativa. Era ora. ì. Affrancare le strutture dai vincoli gestionali attuali (ad es. codice appalti, scadenze concessioni) e favorire iniziative di sviluppo pubblico-privato Più velocità e snellezza nella burocrazia e nell’assegnazione di incarichi ìi. Sviluppare nuovi sistemi di incentivi per le aziende titolari di concessioni al fine di premiare le gestioni virtuose. Chi fa bene ha vantaggi, un male? Ora, premettendo che questo documento sarà discusso e presentato pubblicamente da Conte e Colao, e premettendo anche che si tratta di una SINTESI che ha in sé dei macro elementi (Lo Spettacolo è Cultura, giusto?) che poi andranno analizzati, approfonditi, riformulati ed adattati ad ogni realtà, dall’ente lirico alla piccola associazione concertistica, mi spiegate gentilmente quale sia il problema e sopratutto cosa gli organi preposti abbiano eventualmente fatto DI CONCRETO sinora per pretendere qualche cosa in più? Che le stesse persone che hanno affossato il sistema musicale italiano, invece che gridare allo scandalo per i lavoratori dello spettacolo tenuti in cassa integrazione, invece che denunciare la gestione malandata dei teatri messi alle corde dal commissariamento, invece che auspicare con determinazione la ripresa della produzione, si lamentino ora e gridino allo scandalo per questa PROPOSTA, è incoerente e pretestuoso: forse hanno letto solo la parte che riguarda la riforma dei modelli di gestione e a lasciare la sedia non ci stanno proprio. © Tiziana Tentoni 9 giugno 2020 |