Franceschini, sprezzante del pericolo, ha di nuovo parlato de sta benedetta Netflix della cultura. Fazio allora gli ha detto Ci sarebbe la RAI veramente, e lui Ah sì è vero, no ma infatti stiamo dialogando con RaiPlay, scherzavo.
Quindi interviene Chailly che con grande generosità si erge a rappresentante di tutte le istituzioni musicali italiane: Credo SCALA sia SCALA necessario SCALA trovare SCALA una SCALA linea SCALA comune SCALA. Aveva l’occasione di parlare della Scala e non l’ha fatto, ma dai.
Poi Fazio dice: i concerti sono annullati quindi nella stagione estiva?
Chailly: si ricomincia in settembre con il Requiem. Franceschini: no forse a giugno si fa qualcosa all’aperto. Chiarissimo.
Le riviste musicali scrivono mail per chiedere agli operatori di settore che sono chiusi di comprare gli spazi pubblicitari comunque sennò loro chiudono.
Le istituzioni hanno dato fondo a quasi tutto il loro archivio musicale e stanno cominciando a far passare i gargarismi dei cantanti in camerino prima della recita.
L’Italia scopre che dietro uno spettacolo dal vivo NIENTEDIMENO ci sono impiegati, direttori di palcoscenico, macchinisti, fabbri, sarti, tecnici, fonici, elettricisti (completate voi) che sono a casa senza una voce, neanche quella per urlare a tutti ma annatevela a pijà, eccetera eccetera.
Alcuni musicisti fanno silenzio, altri suonano, altri fanno petizioni, altri fanno gruppi Facebook, altri inneggiano ad unirsi e fare fronte comune: domani alle 18:00 tutti in balcone a dare una bella capocciata allo spigolo del cornicione.
Gli agenti inventano format social, chiamano il Ministero, si costituiscono in associazione, poi ci ripensano, giocano a Quiz Planet (sbagliando tutte le domande sulla musica), preparano cheesecake.
I direttori artistici si inventano formule innovative di fruizione degli spettacoli tipo: il pubblico entra uno per uno, confessa i peccati commessi in quarantena, a seconda della gravità gli viene assegnato un posto più o meno lontano dal palco. Chi è stato più cattivo in fondo a vedere lo stesso spettacolo ma su un tablet, con guanti, mascherina e chiuso a saldatura in un cubo di plexiglas con le pareti oscurate perché la privacy va rispettata
I sovrintendenti spaesati preparano le argomentazioni con cui rispondere a tutte le domande dei dipendenti: all’unanimità, perché mai come in questo momento abbiamo bisogno di messaggi chiari e realistici, decidono la linea comune del Come se fosse Antani.
Ma non doveva andare tutto bene?
Tiziana, 4 maggio 2020
