Per un pugno di like

Triste epilogo del concorso social per conquistarsi un concerto all’ Accademia Filarmonica Romana la prossima stagione.

Si chiedeva di postare un video con una esecuzione ad un musicista dai 18 ai 30 anni:i i 3 giovani artisti con il maggior numero di like, sarebbero stati decretati vincitori.

E fin qui ok, un’iniziativa carina, uno stimolo per i ragazzi.

Solo che chi, non dico tanto, ma un minimo conosca il social media management, sa bene che like, commenti, visualizzazioni sono tutti elementi oggetto di vendita, ossia esistono aziende che li mettono a disposizione a pagamento ed è una vera e propria strategia di marketing che, abbinata ad altri fattori, può anche essere di supporto, con attenzione e prudenza.

Ma in realtà, chiunque può andare sul sito di una di queste aziende e con poche decine di euro comprarsi anche 5000 like su un post: basta ricavare l’URL del post in questione e il gioco, pericoloso, è fatto. Si tratta però di un espediente che funziona solo in una fase iniziale ma poi, se appunto non si è supportati da nozioni di tecnica social media marketing, questi like man mano diminuiscono perché sono generati da fake account: il social in questione si accorge di un intervento esterno all’applicazione e non solo provvede ad eliminare i like ma, se si ricorre a questa pratica con sistematicità, la pagina viene messa in una sorta di “black list” dal social stesso e la visibilità, per punizione, cala (detto in soldoni, si tratta tecnicamente di intervenire sull’algoritmo social, ma facciamola semplice).

Ora, pare che alcuni concorrenti, pur di vincere il contest, abbiano fatto proprio questo.

Quando l’istituzione si è accorta che alcuni video erano stati “gonfiati” da like falsi, invece che annullare il contest per irregolarità come secondo me andrebbe fatto, ha pubblicato un cambiamento radicale del regolamento condividendo un post su Facebook che ha scatenato, giustamente, le ire di chi aveva invece partecipato in maniera leale. Trovate nel primo commento il link al post in questione e vi renderete conto della tristezza sconfinata nel leggere alcune frasi e atteggiamenti nell’ambito di una iniziativa lodevole che avrebbe voluto semplicemente omaggiare il talento giovanile, una roba che davvero non fa bene a nessuno leggere.

Un professionista del digital marketing avrebbe sconsigliato ll’Accademia Filarmonica Romana di fondare il criterio di vittoria del contest sui like ai post, perché è notorio in questa professione che si possano comprare con grande facilità. E un minimo di informazione, anche su web, avrebbe dissuaso i concorrenti furbetti-ma-non-tropp dal pensare che le migliaia di like farlocchi sarebbero passate inosservate, e avrebbero così evitato una figura misera a dire poco.

È un periodo ingannevole: quasi tutti si sono gettati sui social, anche se magari fino al giorno prima non ne volevano sentir parlare e anche senza alcuna base di tecnica di social media management e marketing. E se non si sanno usare perché non si hanno competenze professionali, ci si sputtana alla velocità della luce.

Si rischia di perdere credibilità e di rovinare irrimediabilmente la propria reputazione su web e quindi inficiare il proprio valore istituzionale costruito magari in decenni di lavoro o vanificare gli sforzi di migliorare la propria carriera concertistica. Occhio.

Tiziana
Roma, 11 aprile 2020