Una bella fetta di famiglie romane, e non solo, che hanno prole nella scuola primaria e secondaria di primo grado, si sono trovate circa 10 giorni fa alle prese con colla a caldo, cartoncini, nastri colorati per la costruzione dei famigerati cappellini di Turandot, opera scelta quest’anno da ScuolaIncanto, progetto didattico per la scuola primaria e secondaria di primo grado dedicato ai bambini e ai docenti, promosso e ideato dal’Associazione Europa InCanto che ha ad oggetto la valorizzazione del canto lirico nelle scuole primarie e la sua promozione tra i giovani.
In pratica, si fanno corsi di formazione agli insegnanti sull’opera, poi laboratori in classe tenuti da cantanti lirici (leggo sul sito), il tutto corredato da un kit didattico di libro con CD, venduto a 20 €, e persino una app per smartphone.
La preparazione di tutto l’anno va poi a confluire nella rappresentazione dell’opera in forma ridotta in Teatro, tutti insieme: docenti, genitori, cantanti, orchestra ed ovviamente i bambini fieri. Mio nipote ad esempio, non si è formalizzato di un cappello da mandarino che la nonna e la mamma gli avevano costruito un po’ troppo largo: non ci vedeva più nulla ma cantava come un pazzo.
Davvero un’iniziativa portentosa come idea e coinvolgimento, non a caso infatti EuropaIncanto ha ottenuto il riconoscimento di Progetto di eccellenza da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per l’alta valenza educativa, la sua rilevanza artistica e per l’unicità dei materiali didattici realizzati, spiegazione di come si fa un cappello da mandarino compresa.
Ora: nel 2017/2018, in seno a ScuolaIncanto è nata la EICO, Europa InCanto Orchestra: un’orchestra di giovani per i giovani, leggo sul sito. Che è uno slogan importante.
E qui iniziano le note dolenti che mi sono state segnalate dagli orchestrali stessi e che ho poi verificato sul contratto tra Associazione e professore d’orchestra.
1)
Le giornate di prova non sono considerate retribuite.
Quantomeno curioso: cioè, non sono le prove proprio che concorrono alla realizzazione dell’opera? E quindi perché non devono essere pagate?
2)
La retribuzione giornaliera per i giorni di spettacolo è di € 85,00 con la maggior parte delle volte 3 recite al giorno di 1 ora e mezzo ciascuna. Fatevi due calcoli considerando che si chiede sul contratto un impegno ESCLUSIVO (cioè non si possono accettare altri lavori, salvo accordo con la direzione artistica) dal 16 marzo al 30 giugno, mesi nei quali i professori d’orchestra devono pagarsi un affitto o un mutuo o mangiare o pagare le bollette. O tutte le cose insieme.
3)
I primi pagamenti (del 30% del totale) sono giunti, mi risulta, dopo varie pressioni, in ritardo di 20 giorni e senza giustificazioni.
Un contratto con queste clausole, deve essere sottoposto prima dell’inizio delle prove, prima di mettersi seduti in buca: solo così può nel caso essere rifiutato.
Non dovete fare una sola nota sino a che non vi hanno messo il contratto sotto il naso e sino a che non è firmato, da voi e da chi vi scrittura. Anche solo perché diversamente non siete coperti da nessuna assicurazione, voce che non leggo ad esempio nel contratto.
Bisognerebbe educare i giovani non solo alla sensibilizzazione dell’opera lirica, ma anche all’etica professionale: altrimenti, un ragazzo di 20 anni non avrà mai i mezzi per difendere i suoi diritti e imparerà che questa è la prassi.
Allora, prossima scadenza di pagamenti il 30 luglio 2019: PagamentIncanto?
Roma, 22 maggio 2019
© Tiziana Tentoni
