Giovani musicisti e cachet

Giovani musicisti e cachet

Tra le criticità più ostiche che i giovani artisti devono affrontare, c’è senz’altro la determinazione di un cachet adeguato e la scelta delle migliori opportunità artistiche.
 
Capita sin troppo spesso, e soprattutto dopo la pandemia, di ricevere proposte a dir poco scandalose per i giovani, che non meriterebbero neanche una risposta.
 
Non si tratta soltanto di un cachet basso ma di veri e propri investimenti richiesti agli artisti, come prendersi carico sia del viaggio che dell’alloggio o pagare l’iscrizione all’associazione che li ospita, a fronte di un riconoscimento economico nullo e quindi di fatto rimettendoci.
 
Il tutto, muovendo sulla loro giovane età e sui benefici della promozione e della visibilità che si offrirebbero, salvo poi scoprire che spesso non c’è né un sito, né una strategia di comunicazione, né social attivi a sostegno.
 
Capiamoci: ci sono grandi istituzioni e iniziative che dedicano uno spazio ai giovani ovviamente a cifre differenti dai big, ma lo fanno con costanza, dedizione, mettendo a disposizione tutta la macchina comunicativa e la loro autorevolezza e questa è un’opportunità da cogliere sempre perché è parte del percorso di sviluppo della carriera.
 
Ma quando i contatti avvengono in maniera poco trasparente e si chiede che l’artista contribuisca alle spese per partecipare ad un concerto senza alcun tipo di opportunità in cambio, allora c’è solo una risposta: NO.
Non fatevi incantare dalle parole, mettete nero su bianco cosa vi si chiede e cosa vi si offre e non abbiate paura a rifiutare, con gentile fermezza.
 
Quella che può sembrare un’occasione persa, è invece l’inizio di un processo di consapevolezza sulla gestione professionale della vostra attività di musicista, che parte sempre da un unico elemento: il rispetto per ciò che fate.