Voglio il mio agente!

Perché i musicisti sono ossessionati dal trovare un’agenzia?

 
L’ossessione dei musicisti per trovare un’agenzia che, si pensa, possa far decollare la carriera, è il retaggio di un’impostazione che risale agli anni 80 e 90.
 
In quel periodo infatti, dietro alla carriera di grandi solisti e ensemble cameristici, c’erano strepitosi impresari che prendevano aereo, treno, bicicletta, tram e andavano a portare i CD dei propri artisti ai promotori, li invitano ai concerti oppure, se tutto ciò non era possibile, garantivano loro stessi della qualità degli artisti che proponevano.
Erano, di fatto, l’unico tramite visto che per i direttori artistici era impossibile andare ad ascoltare tutti gli artisti in giro per il mondo.
 
La facilità di fruizione dei media digitali ha però adesso favorito l’interazione: il direttore artistico o va per conoscenza diretta – è sempre successo e sempre succederà – oppure, quando gli arriva una proposta da un’agenzia, prende il telefono, digita il nome dell’artista, gli appare una pagina con sito, social, YouTube e può immediatamente capire di cosa si tratta: e se ciò che trova non è di suo gusto o è di basso livello come qualità di prodotto, magari una brutta registrazione, un sito non aggiornato che non si apre, foto vecchie, social trascurati, va oltre.
 
Ricordo che qualche anno fa un direttore artistico si lamentava, sfondando una porta più che aperta, perché gli artisti italiani avevano foto orrende, fatte senza cura, e per questo era costretto a mettere sulla copertina del booklet della stagione sempre gli artisti stranieri, in quel caso era la divina Janine Jansen tutta in bianco.
 
Piuttosto che preoccuparsi di trovare un agente, siate voi i primi agenti di voi stessi: abbiate cura della vostra comunicazione e della vostra immagine così come ce l’avete della splendida musica che suonate.
 
📸 𝕡𝕙𝕠𝕥𝕠 𝕁𝕒𝕟𝕚𝕟𝕖 𝕁𝕒𝕟𝕤𝕖𝕟 𝕓𝕪 𝕄𝕒𝕣𝕔𝕠 𝔹𝕠𝕣𝕘𝕘𝕣𝕖𝕧𝕖