
In ricordo, colmo di gratitudine, di Ennio Morricone.
La creazione della Musica è gesto misterioso. Non c’è nulla se non un foglio bianco e un essere umano che ha nella testa, nelle mani, nello stomaco, un momento, uno dopo l’altro. Non si tratta di scrivere note, non si tratta di codificare un espediente strumentale: c’è un disegno strutturale e un tutto che percepisci ma non senti, che immagini ma non vedi. La creazione della Musica è quanto di più vicino ci sia allo scolpire un blocco di marmo spigoloso, smussarne gli angoli, dare movimento, restituire interiorità: un tocco segue l’altro, a volte più deciso, altre più leggero, un susseguirsi di attimi che disegnano lo spazio, lo abitano e lo delimitano, lo occupano, per poi affidarlo generosamente agli occhi.
Ennio Morricone ha scolpito le melodie più belle del 900.
Melodia, questa parola così sottovalutata, così data per scontata, così biasimata a volte, quasi considerata una faciloneria, se paragonata agli intellettualismi compositivi, alle tecniche contemporanee, alla ricerca di artifici piuttosto che di essenze.
Ma la melodia è l’epidermide della Musica, è il canto che nobilita l’intreccio vocale, è la mano che ci porta nel buio, è il pugno nello stomaco e la sensazione di implosione che improvvisamente senti nelle guance, nella gola, negli occhi, che ti fa piangere anche se sei felice: perché dopo, sei tanto più felice e ringrazi Dio o chi per lui che tu quella sensazione non solo la senti ma è ciò di cui sei composto.
Avrei voluto scrivere immediatamente dopo aver saputo che il Maestro Morricone non c’era più, ma non potevo. E così ho passato un’intera giornata ad ascoltare dentro di me tutta l’eredità di Melodia che lui ci ha lasciato, tutta la bellezza – parola così inflazionata ultimamente ma così vicina a questo immenso creatore di Musica – che potrò sempre far sedere accanto a me, che è parte di me, di come sono cresciuta, del perché ho scelto di suonare uno strumento e di dedicare la mia esistenza alla Musica.
Nel cuore, nelle gambe, nello stomaco, nelle mani, in tutto ciò che vibra e che mi fa sentire viva: non te ne andrai Maestro Morricone, stai qua, e ci resterai.
Roma, 6 luglio 2020