La notizia ha fatto il giro del web: la musica riparte dal Ravenna Festival, con un concerto dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, la voce di Rosa Feola e la direzione di Riccardo Muti. Il primo concerto con pubblico presente in Italia, all’aperto, alla presenza di Dario Franceschini e ripreso dalla RAI. Un simbolo, un’apripista.
Questa non è da considerarsi una ripartenza, sarebbe riduttivo: questa è una Partenza.
E sperando che niente torni come prima: solo chi voleva restare attaccato con le unghie e con i denti alla sua sedia, alla sua poltrona, ai sistemi clientelari, non voleva ammettere che la musica classica in Italia era in un acquitrino ben prima del lockdown.
Basta tornare indietro agli ultimi due anni, per rendersi conto che la quasi totalità del sistema di programmazione verte su una o due agenzie che, con i grandi nomi stranieri, hanno opzionato i cartelloni. Il modo è semplice: io ti vendo il big e tu mi prendi altri due nomi poco famosi, funziona all’incirca così. Ora, dovendo invece contare soprattutto sugli italiani, finalmente si avrà una panoramica sui tanti nostri talenti sin qui praticamente dimenticati.
Guardando poi a ritroso la programmazione social di questo periodo, si può scorgere Il fulgido esempio di molte istituzioni che si sono trovate ad inventarsi la qualunque per esserci, con risultati a volte esilaranti non avendo nessuna cognizione di cosa siano e come si usino i social: da criciverboni, a concorsi farlocchi, alle incursioni di artisti in mutande da casa, alle interviste capo chinato a sovrintendenti che poverini manco loro sapevano cosa dire.
Si è visto di tutto!
Ora, finalmente, i direttori artistici saranno chiamati a gestire un contesto creativo più libero, che dovrà dare spazio a quelli di loro che davvero hanno idee efficaci e rispetto delle esigenze di budget, perché non c’è bisogno per forza di impegnare milioni di euro per fare una stagione, basta trovare una linea di interesse e di novità, basta saper usare il cervello e metterlo al servizio della Musica e del budget, che devono essere alleati.
Sarebbe bello anche si desse un’occhiata a come vengono usati i soldi del FUS: se si prende la lista delle assegnazioni, ci si può rendere facilmente conto di quanti – troppi – soldi arrivino anche ad associazioni di cui non si è mai sentito parlare, soldi che servono principalmente per stipendiare chi ci lavora, ma che fanno pochissima produzione e di più che dubbio livello. E quanti – pochi – soldi invece a chi si fa un mazzo enorme, ha potenziali di crescita altissimi, uno staff preparatissimo, una partecipazione di privati e mecenati già in atto e una qualità artistica di pregio e molto varia.
Credo che scelta migliore per la nuova Partenza non si potesse fare: un’orchestra giovanile eccellente, uno spazio all’aperto reinterpretato, un festival italiano internazionale mai in discussione negli anni – tra le pochissime istituzioni poi ad aver lavorato in maniera assidua ed evidentemente fruttuosa in questi mesi – e il direttore italiano più conosciuto al mondo, il nostro diamante.
La Musica Classica 5.0 parte da Riccardo Muti e dalla Cherubini il 21 giugno 2020, giorno della Festa della Musica, al Ravenna Festival: la perfezione.
Tiziana | 24 maggio 2020
