ArtRisti

7 artisti di musica classica che si incontrano almeno una volta nella vita.

1) L’INTELLETTUALE.

Stava studiando come passare alla storia della musica interpretando la “sonata atonale quasi fantasia ma senza esagerare” della nonna paterna dello zio adottivo di Sofia Gubaidulina per pianoforte modificato, viola da gamba, flauto in sol, scacciapensieri, centrifuga e Bimbi e tu invece lo disturbi chiedendogli se la partenza dopo pranzo per lui è comoda. Per la musica andrebbe anche a piedi, dormirebbe in tenda, non si laverebbe i capelli per 10 giorni: ha una missione da portare avanti, l’avanguardia, stare un passo avanti, non confondersi con la massa. A lui il successo fa schifo, può parlarti ore della necessità di rompere gli schemi commerciali e di non arrendersi alla globalità di fronte a una Coca media, un Crispy McBacon e una porzione da sei di Chicken McNuggets: ma senza salse, che fa grossier.

2) L’ESTETA.
Ha capito che l’immagine è tutto e ci scatafascia di foto in tutte le pose, a tutte le ore, su tutti i social: col violino che fa capolino dall’ascella, col pianoforte perpendicolare alla cervicale, esce fuori dalla campana del corno, si appende alla culisse del trombone: il tutto rigorosamente a piedi scalzi, che fa molto Viktoria Mullova di Bellinzago Lombardo.

3) L’ESTREMO.
Troppo facile un concerto in una sala, sono capaci tutti: ma vuoi mettere il messaggio che si trasmette facendo musica classica in un centro commerciale all’angolo tra Intimissimi e Zara; o in aeroporto all’entrata del gate del volo Roma/istanbul tenendo il ritmo dello strappo delle carte d’imbarco. Oppure non so, a Termini, in bilico sul binario 8 per sensibilizzare i pendolari Roma Milano che interessatissimi intanto parlano al telefono? Lui non fa i concerti, lui crea eventi. Di solito scrive mail di notte, si sa che i geni elaborano nell’oscurità e sono missive piuttosto stringate, quelle 245 righe di cui leggi le prime 4 parole e le ultime due sperando ci sia scritto “Dai, scherzavo”.

4) L’ESTEROFILO.
Quello che Devo andare via dall’Italia per avere ciò che merito.
Ciao.

5) LO SCAMBISTA.
Non fatevi illusioni, niente di piccante. Lui fondamentalmente baratta: tu lo inviti nel tuo festival e lui ti invita nel suo, tu gli fai assaggiare la tua melanzana alla parmigiana e lui ti da’ un cucchiaio di tiramisu, tu gli cedi il posto vicino al finestrino e lui ti presta il caricabatterie. Ci vuole un’arte per questo, e non sto scherzando: pelo anzi pelliccia sullo stomaco e faccia tosta. Ha tutta una sua rete a maglie strettissime dove non si riesce ad entrare se non offrendo qualcosa: di solito qualsiasi cosa salvo la qualità che lo infastidisce, ora che c’entra la qualità su, non andiamo off topic.

6) L’INCONTINENTE.
Ha sempre qualcosa da dirti, feriali, festivi e semifestivi: dove proporlo, cosa ha mangiato ieri, perché se ha cominciato a fare il musicista è merito del genero di sua cugina che suonava il flicorno nella banda di Magliano Sabina, come è amareggiato dal mondo musicale italiano, quando Barenboim lo vide nei corridoi e gli chiese dove era la toilette, insomma pregnanti aneddoti del genere. A tutte le ore e su tutti i canali di comunicazione: non rispondi su Whatsapp lui spunta su Messenger. Vede cha hai visualizzato e ti placca sulla messaggeria istantanea di Instagram per poi fare un doppio carpiato tra Twitter e LinkedIn. Il tutto perché si era dimenticato di dirti di quella volta che si trovò al tavolo con Berio e ordinarono lo stesso dessert.

7) LA STAR.
Ti chiede di avere il soggiorno gratuito per, nell’ordine: la prima moglie, la seconda moglie, i due figli avuti dalla prima moglie, i 3 che la seconda moglie ha avuto nel suo primo matrimonio, l’osteopata, l’ufficio stampa che fa sempre fico e 4 o 5 fan che ha minacciato per seguirlo perché loro se ne stavano volentieri a casa che c’era Ballando con le Stelle. Quando gli fai notare che al promotore costerebbe più tutto il corteo nuziale che il suo cachet si offende perché non riesce proprio a capire come mai Lady Gaga sì e lui no.

Roma, 1 maggio 2018