
Evitate i Castelli della Loira fuori stagione a meno che non abbiate l’indole di Edgar Allan Poe e la gioia di vivere di Leopardi: nel qual caso starete proprio a casa vostra.
Se invece siete di buonumore occhio perché vi viene la depressione. Non un allestimento neanche minimo nei giardini, fango e pioggia ovunque. Beh direte, però almeno c’è modo di approfondire gli interni! Tutto o quasi ricostruito, finto, kitsch, di gusto almeno discutibile.
L’unico che veramente vale la pena di visitare è Chenonceau, regalo d’amore di Enrico II a Diana di Poitiers e residenza poi di Caterina de’ Medici, guarda un po’. Sul fiume Cher, i due giardini sono già colorati di fiori di stagione, interessanti ed appassionanti le cucine, addobbi pasquali discreti ed eleganti, scelti con cura; e poi l’orto, la fattoria che è anche didattica, con animali che hanno a disposizione spazi enormi e sei asinelli simpaticissimi.
Per il resto: a Cheverny la cosa più bella è il canile con oltre 100 cani da caccia meravigliosi trattati come re e regine, anche se vedere animali in gabbia infastidisce sempre e comunque. Amboise: lavori ovunque e intere sezioni chiuse ma almeno c’è ai suoi piedi un mercatino carino, con ceramiche locali attraenti e prodotti tipici. A Blois è bastata l’attrazione dell’orrido drago a sei teste che spuntava dall’edificio fronte castello a farci mollare l’impresa prima ancora di pensare di cominciarla. Poi il Castello di Clos – Lucé, ultima dimora del nostro Leonardo da Vinci, trasformato in parco giochi per bambini.
La buona notizia è che però qualche posticino carino e molto particolare dove dormire, mangiare e bere si trova. Ed il soggiorno, anche solo per questo, è comunque molto piacevole.
Anche perché due bicchieri di buon vino vi assicuro che, col cielo tra bianco e grigio costante, aiutano.
A Dourdan, fermata pranzetto tra Parigi e Blois, cercate la locanda Le Gens, sembra di entrare a casa di Nonna Gina: foto d’epoca ovunque, teiere originali vecchie e alcune antiche, sedie e tavoli tutti diversi ma in grande armonia, piatti non proprio gustosi all’italiana ma naturali e semplici. E grandi sorrisi. A Blois, prima tappa, andate a dormire a La Maison de Thomas, gestita da una coppia gentilissima e che conosce bene il mestiere e l’arte di accogliere. Le Figaro la annovera tra i 5 migliori b&b della Loira, a piena ragione selon moi: non per lusso, ma per filosofia. Un breve ma caratterizzato pasto vale la pena di farlo a Le Castelet sempre a Blois: formaggi di capra ottimi, menu con prodotti locali segnalati con la L di Loira, la quasi totalità. E molta partecipazione e simpatia del personale e della proprietaria, che ci sta sempre bene. In direzione Tours, sulla Route des Vins de Touraine AOC, all’altezza di Chaumont sur Loire, incapperete in una locanda su strada dalle rifiniture turchesi, stile fricchettone e atmosfera gipsy: fermatevi. Si chiama La Détente Gourmande, ed è un piccolo bistrot a gestione familiare sul fiume. Qui sembra di andare invece a mangiare dalla zia: tovaglie a fiori, brocchette colorate, piatti di legumi cucinati al momento. E vicino una minuscola charcuterie, di prodotti genuini ed ovviamente locali. Non bevete molto perché poi, rimettendosi in strada, cominciano Les Caves, e vale la pena il rituale folcloristico di gustare il vino.
Tours onestamente la salterei a pié pari. Se però proprio non ne potete fare a meno e volete un minimo di riservatezza, scegliete qualcosa di differente da La Heraudiére. La casa si trova lontana dal centro, è bellissima e grande ma la vendono come hotel o b&b ed invece siete proprio ospiti di una famiglia, con un padrone di casa che, mentre vi spiega le chiavi, vi presenta la pora nonna defunta a 94 anni posizionata in una fotografia sull’altarino all’ingresso. Si prodiga per essere gentile, e lo è molto, di fatto: ma ti ritrovi che sgattaioli velocissimo di fronte alla porta del salone per evitare che ti placchi OGNI VOLTA chiedendoti dove vai, cosa fai, quando torni e perché a colazione il croissant non l’hai mangiato tutto. Di contro la moglie e i due figli grandi, un maschio e una femmina, non alzano lo sguardo neanche per accennare un saluto. Insomma, una piccola deliziosa Famiglia Addams che ce la mette tutta ma proprio non ci siamo. Ripeto, è bellissima la casa, nel verde. Ma non avete neanche la chiave per chiudere la vostra stanza e rischiate di ritrovarvi il padrone di casa che vi passa la carta igienica con lo sguardo spiritato chiedendovi: “TOUT BIEN MADAME?!?”
Se tornando a Parigi non avete fretta, evitate l’autostrada e costeggiate la Loira quanto più possibile, ci mettete una mezz’ora in più ma ne vale la pena: distese immense di verde e piccoli paesini rendono tutto vivace e rilassante. E prima di affrontare il viaggio, fermatevi a mangiare in un franchising delizioso, aperto 7/7 dalle 7 alle 20: si chiama la Feuillette a Joué-lès-Tours, un’azienda familiare geniale che sviluppa il concetto di boulangérie con il merito di aver saputo coniugare la passione di una vita con il business, che poi è l’unico modo per fondare un’impresa di successo. Avete mai visto un camino acceso in un fast food?
A tout à l’heure! 😀
Tizianà, 30 Marzo 2016
PS: un fastidio costante, tipo filodiffusione, è vedere ovunque il nome del nostro Leonardo da Vinci storpiato in Léonard de Vinci. Ma che io Charles Beaudelaire lo chiamo Carlo Bodelario? Tra l’altro, non sospettavo che nella superba Francia ci sia una legge per preservare la langue française dalle influenze delle altre lingue: il mondo dice PC e loro dicono ordinateur. Chapeau per questo, ammirevoli. Ma allora perché non rispettare pure le altre di lingue? Liberté, Egalité, Fraternité: se vale per te, vale pure per me!